Porta Nevia incontra il mondo del lavoro: la CEO della torinese Unimedical Bio. Tech. Anna Maria D’Agui e una dei suoi ingegneri Cristina Verga offrono uno spaccato della vita di una professionista in ambito biotecnologico. Professionalità, competenza, capacità di interfacciarsi tanto con gli scienziati che progettano i device del futuro quanto con i chirurghi che dovranno impiantarli: queste le soft skill che le studentesse di ingegneria biomedica della residenza faranno meglio a potenziare in fretta se vogliono entrare in un settore così complesso, ma anche così gratificante, inevitabilmente affacciato sul mondo e pronto a prendere il meglio da Europa, America, Israele, ma tanto italiano quanto la Mole o la Gianduia. Focalizzata negli ambiti di ortopedia e traumatologia, l’imprenditrice si fa avvocata della causa femminista non a parole ma con i fatti, sfondando soffitti di vetro uno dopo l’altro e aprendo alla nostra generazione un varco che non esiteremo a passare, consapevoli, come abbiamo potuto riflettere in sua compagnia, che il mondo della sanità italiana ha ancora molti punti di debolezza, ma cariche di quella grinta che ci sarà indispensabile e che, con la loro presentazione, D’Agui e Verga hanno saputo comunicarci.