“Trovate il fuoco che arde dentro di voi e siate donne coraggiose”: messaggio vibrante e frutto di tanta esperienza, nonché uno dei più importanti che potesse raggiungerci. È la dottoressa Francesca Ceroni – Sostituta Procuratrice Generale presso la Corte di Cassazione – ad avercelo rivolto. Ospite a Porta Nevia nella serata di lunedì 14 novembre, ha dedicato a una platea di giovani volti il racconto della sua vita; il tutto, sulla scia di un intreccio inscindibile tra carriera e quotidianità al di fuori delle mura del foro.
Dalla Laurea in Giurisprudenza nella cara Firenze al primo incarico a Marsala, dove si occupa di civile, penale e criminalità organizzata. Vitale, nella difficile realtà siciliana, il sostegno e la solidarietà dei colleghi: tra di essi, la dottoressa ha ricordato – con occhi che tradivano immensa gratitudine – l’incontro con Paolo Borsellino, “uomo umile e disponibile”, ancor prima che eroe del nostro Paese.
Senso di tanti sacrifici e di una vita scandita da responsabilità è l’amore per il servizio, ideale ricorrente nelle parole della Procuratrice; garantire i diritti di chi non può difendersi è alla base del lavoro svolto presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, dove la dottoressa torna nel 1997: attraverso il racconto di casi drammatici abbiamo potuto toccare con mano la criticità del compito di un giudice, nel bilanciamento tra diritti che devono essere allo stesso modo protetti, anche quando pare essere chiaro il messaggio del precetto normativo da applicare.
Con umanità disarmante la dottoressa ha riposto la toga, per avvicinarsi al mondo di giovani donne alla ricerca di un’identità e di un sogno da proteggere; fil rouge dell’incontro l’invito a non demordere dinnanzi alle difficoltà della vita, rimanendo fedeli a se stesse e combattendo strenuamente per i principi in cui si crede. Nondimeno fondamentale il valore dell’amicizia e del sostegno reciproco, condiviso con i colleghi, universitari e poi lavorativi.
“è mio padre ad averci insegnato che tutto si può raggiungere con la giusta forza di volontà, quando da piccole portava me e le mie sorelle a fare escursioni in montagna, spronandoci a proseguire nel cammino anche quando la neve era troppo alta”.
È aprendoci le porte della sua vita personale – dedita alla famiglia e a tre meravigliosi figli – che la nostra ospite conclude la chiacchierata, senza mai rinunciare a lanciare sproni e messaggi, di cui sempre faremo tesoro.
Chiara Pellico