Ogni anno le studentesse della nostra Residenza, in collaborazione con il Campus Biomedico di Roma, partono per un’esperienza di volontariato di due settimane, destinazione Perù, dove applicano le competenze che acquisiscono durante tutto l’anno nei loro percorsi di studio per aiutare concretamente la popolazione locale, fornendo assistenza medica, ludica, didattica, e tanti sorrisi! Quest’anno Lavinia Petrella e Ginevra Del Mastro hanno avuto la possibilità di partecipare dal 20 agosto al 4 settembre 2024 come volontarie al Workcamp Perù, nella Valle del Cañete, tra le aree più povere e rurali del Paese.
Il Workcamp Perù nasce dalla collaborazione del Campus Bio-Medico con Condoray, istituzione peruviana che promuove il miglioramento della condizione femminile, offrendo corsi di formazione per insegnare alle donne competenze professionali che vanno oltre il lavoro agricolo, spesso svolto in condizioni estremamente difficili, e la Caritas locale, che si occupa delle necessità socio sanitarie della popolazione gestendo un piccolo poliambulatorio.
Le volontarie si occupano di diffondere informazioni corrette su alimentazione, nutrizione dei bambini, educazione sessuale, igiene della casa e della persona, ma anche di visite mediche e consulenze nelle baraccopoli rurali e nelle scuole.
Per Ginevra, studentessa del quinto anno di medicina che terminati gli studi vorrebbe entrare a far parte dell’ONG umanitaria Medici Senza Frontiere, è stato un banco di prova che le ha permesso di toccare con mano cosa vuol dire scegliere questa vocazione. “L’idea che mi ha spinto a partire era di portare aiuto in un posto dove hanno davvero poco, senza chiedere nulla in cambio, che credo sia uno dei principi alla base dell’identità di medico. Il contesto di quelle persone è molto diverso dal nostro, l’aiuto che portiamo e che per noi qui è scontato, per loro non lo è”.
Lavinia è invece al suo primo anno di MedTech, e a chi le ha chiesto “Perché partire per questa esperienza al primo anno?” ha risposto con determinazione che scelta ormai la sua strada, è giusto che inizi quanto prima a percorrerla, per capire cosa vuol dire e per mettere da subito in pratica i frutti del suo studio. “Ho deciso di partire perché è un’esperienza di vita, esperienza che ha avuto dei risvolti positivi su persone che non conosco e che non appartengono alla mia stessa realtà ma che in cambio mi hanno dato l’opportunità di una crescita, tecnica, pratica e soprattutto personale”.
Le giovani studentesse sono state continuamente messe alla prova, trovandosi ad esempio a ristrutturare e ricostruire strutture abbandonate o trattare e visitare persone che parlavano una lingua diversa dalla loro. Hanno avuto anche la possibilità di assaggiare cibi esotici e godere di panorami mozzafiato, ma anche di conoscere ed esplorare una realtà totalmente diversa dalla nostra che porteranno sempre nel loro cuore.
Giulia Simone, Sofia Ceccarelli