Sabato 5 ottobre 2024 si è tenuta la Convention per le nuove residenti di Porta Nevia. Le ragazze arrivate hanno avuto l’occasione di vivere un’esperienza unica ed immersiva al Circo Massimo, uno dei luoghi più iconici dell’antica Roma. Non si è trattato, però, di una visita tradizionale, ma di un viaggio interattivo nel passato grazie all’uso di visori di realtà virtuale. Divise in gruppi, le ragazze si sono tuffate nell’atmosfera della Roma imperiale, osservando il Circo Massimo nella sua forma originale, quando ospitava spettacolari corse di carri e grandi celebrazioni pubbliche. Attraverso i visori, ogni dettaglio dell’antico stadio prendeva vita: il frastuono del pubblico, i cavalli che sfrecciavano sulla pista e l’imponente architettura che dominava l’ambiente. Le partecipanti sono rimaste particolarmente colpite dal realismo dell’esperienza, “una vera e propria macchina del tempo“: la combinazione tra tecnologia e storia ha offerto un’occasione unica per comprendere meglio la vita quotidiana nell’antica Roma e vedere dettagli che normalmente sarebbero andati persi in una semplice visita guidata. Questa esperienza ha anche dimostrato quanto la tecnologia possa arricchire la comprensione del passato, creando un ponte tra storia e modernità e rendendo l’esperienza non solo formativa, ma anche emotivamente coinvolgente.
Dopo il pranzo e la tertulia, le matricole hanno poi partecipato al laboratorio “Alla scoperta delle relazioni generative” condotto dalla prof. ssa Margherita Daverio dell’Università LUMSA, sulle relazioni.
Le ragazze hanno avuto modo di riflettere su quali parole fossero per loro associabili alle relazioni buone e, al contrario, a quelle non buone, per poi condividere e confrontare le proprie idee con tutto il gruppo. Successivamente la prof. ssa ha approfondito il concetto di relazione generativa, anche in relazione all’esperienza del vivere in una residenza universitaria.
L ‘incontro è proseguito con la visione di un filmato sulla vita dell’insegnante e ricercatrice in scienze chimiche Guadalupe Ortiz de Landázuri. La scoperta della vita di questa donna ha colpito le studentesse, soprattutto per la forza dimostrata nell’affrontare la malattia, la tenacia nel superare stereotipi e pregiudizi e l’incrollabilità della fede.
Il laboratorio si è concluso con uno spazio dedicato alla riflessione personale su quali siano le relazioni più generative e come quelle che non lo sono possano diventarlo.
Dopo la merenda le ragazze hanno avuto la possibilità di incontrare e conoscere don Luca, il cappellano di Porta Nevia e di visitare insieme a lui gli spazi della residenza dedicati alla preghiera. Il Don ha quindi proposto una riflessione su un passo del Vangelo, con l’obiettivo di riflettere sul ruolo che può avere la presenza di Dio nelle nostre vite, quale interlocutore con cui parlare a tu per tu.